Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm
       Sovrano Santuario Italiano

PRESENTAZIONE

LA SIGNORA DELLA NOTTE
romanzo di Luigi Spagnol
___________________________________

E' nato a Bassano del Grappa, ma vive e lavora a Roma, sceneggiatore televisivo,
ha fimato serie di grande successo come Carabinieri, Linda e il Brigadiere,
Il Bello delle Donne, Caterina e le sue Figlie. Ha scritto anche per il cinema e per il teatro.
Questo è il suo primo thriller.

________________________________________

 ( Dal retro di copertina del testo Ediz. PIEMME)

Due eroi per caso
Deversi come il giorno e a notte;
uno sempre in fuga da qualcosa,
l’altro sempre alla ricerca di qualcosa.

Un viaggio vertiginoso
Nel cuore nero della vecchia Europa,
fra i segreti e i misteri
di culti redivivi e fanatici
pronti a tutto nel nome di Dio.

In attesa del 2012,
l’anno dell’Apocalisse.

Un destino quantomeno bizzarro incrocia le strade di un professore universitario e di un boss mafioso. Due uomini decisamente agli antipodi, uno di cultura e l’altro di azione, uno storico delle religioni bruttino e complessato e un malavitoso affascinante e privo di scrupoli. Il primo in fuga dalle conseguenze di un rapimento di cui è stato testimone ma anche dalla propria madre, un’anziana signora piovresca e ossessiva, l’altro alla ricerca della figlia sedicenne, plagiata da una setta esoterica. Inseguendo e scappando in giro per l’Europa, i due si troveranno coinvolti in un doppio complotto.

Dietro queste cospirazioni operano gruppi molto potenti a loro modo fanatici del Bene, ma si sa che il Bene imposto, anche con le migliori intenzioni, alla fine genera sempre e solo il suo contrario.
Lo schema narrativo de “La Signora della notte” si basa su dei personaggi comuni all’inizio della storia affaccendati in questioni tutt’altro che eclatanti, che di punto in bianco, per un incidente o un concorso di circostanze, finiscono per essere catapultati in una vicenda enormemente più grande di loro, con intrighi e misteri che per la loro stessa sopravvivenza devono cercare di risolvere. Essendo persone normali e non professionisti della detection dotati di risorse tecnologiche e collaudato fiuto investigativo, dovranno arrangiarsi con gli unici strumenti di cui le persone normali possono disporre: intelligenza, istinto di conservazione e una buona dose di fortuna. Che nel loro caso sarà un alleato del tutto inaspettato.

Il tema del viaggio ha, in particolare per il professor Prosdocimi, lo storico delle religioni, una valenza anche iniziatica: tutto ciò che fino a quel momento era riuscito a tenere soffocato - inquietudine esistenziali, problemi personali, paralizzanti fobie – tracima e gli si rovescia addosso. Alla fine sarà un uomo diverso, forse non ancora “illuminato” ma pronto per un’altra avventura. Pietro Rodano, il mafioso, è invece un uomo pratico, uno che i problemi di solito li risolve per mestiere. Sarà il “braccio” di questa insolita coppia. Insomma l’erudizione dell’uno, lo spirito d’iniziativa e le maniere spicce dell’altro daranno vita a un efficace sodalizio.

All’origine di una delle due sette di cui si parla nel romanzo c’è Sabbatai Zevi, che nel Seicento si autoproclamò il Messia degli ebrei, quel Messia tanto atteso che avrebbe dovuto scuotere dalle fondamenta il mondo ebraico e condurlo gloriosamente verso la fine della storia umana. Un mistico visionario che predicò la sovversione dell’ordine tradizionale e dell’ortodossia religiosa, praticando con i suoi seguaci ogni forma di peccato e trasgressione perché solo attraverso la discesa nell’abisso dell’abominio, sosteneva, si poteva raggiungere la redenzione. L’atto finale della sua apostasia fu la conversione, per quanto forzata, all’Islam. Circa un secolo dopo il polacco Jacob Frank, seguace della dottrina di Zevi, si presentò al mondo come suo successore e sua reincarnazione, dunque come nuovo “messia”. Rispetto a Zevi era meno mistico e più pratico, rude ma abile e ben organizzato. Fondò una setta, con una sua ala militare, ed è infatti ricordato anche come il “messia militante” o guerriero. Altra figura di riferimento della setta e della dottrina frankiste fu la figlia Eva, considerata dapprima un suo alterego femminile, alla stregua di un altro “messia”, e poi ribattezzata Matronita Elyona, Grande Madre, una via di mezzo fra la Grande Madre mediterranea e la vergine cristiana. Così come Sabbatai Zevi si convertì all’islamismo Jacob Frank si convertì con i suoi seguaci al cattolicesimo, ma più di Zevi teorizzò il passaggio sistematico da una religione all’altra per contaminarle e scardinarle dall’interno, perché la loro missione era di abolire e distruggere ogni legge e comandamento.
Non sveleremo come questa scheggia di Storia apparentemente sepolta riemerga e si riverberi nell’intreccio romanzesco, si può comunque dire che per i continuatori del culto suddetto (sempre nella finzione romanzesca) la cura dei mali del mondo costituisca una missione capitale, anzi la missione finale.

Ha origine in un’epoca ancora più buia della Storia della vecchia Europea e si chiama Santa Vehme la congrega cui si rifanno gli altri cospiratori. Fondata per volontà di Carlo Magno, la Santa Vehme era una specie di polizia segreta che aveva il compito di stanare e sterminare le consorterie di streghe, stregoni e satanisti che infestavano le foreste e i castelli soprattutto della Germania del nord. I suoi adepti, noti anche come  franchi-giudici, catturavano le loro vittime di notte e dopo un processo sommario le giustiziavano con una corta spada a forma di croce. Una spada che, si diceva, era diretta dalla mano di Dio: naturalmente quello irascibile, sbirresco e vendicativo del Vecchio Testamento. Lo stesso della Santa Inquisizione, del massacro dei Templari e di tutti gli altri eretici, più o meno colpevoli, della Storia dell’Occidente.

Uccidere per guadagnarsi la benevolenza divina è un’abitudine antica dell’uomo. Ma il numero delle vittime che i politeisti dedicavano di volta in volta ai loro dèi era sempre limitato, solo lo stretto necessario per il rito. I monoteisti invece non si sono mai posti limiti di questo genere. Resta famosa la frase del legato pontificio Arnauld Amaury pronunciata prima che l’esercito crociato sferrasse l’attacco finale a Montségur, roccaforte catara, nel XIII secolo: “ Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.” Perché fra gli eretici catari c’erano anche molti cattolici. Finite le eresie, finite le stragi? Nemmeno per idea. Il Medio Oriente e l’ex Iugoslavia ci mostrano che i monoteisti non hanno affatto smesso, e forse mai lo faranno, di sterminarsi a vicenda nel nome dell’unico, comune Dio.   


Back Home
 

 

Copyright © 2007 © - Rito Antico e Primitivo di Memphis e Misraïm - Tutti i diritti riservati
Tutte le aree di questo sito sono di pubblico dominio, incluse le pagine pubblicate ad uso dei Liberi Muratori.
Nessuna parte dello stesso può essere riprodotta, archiviata o trasmessa, in qualsiasi forma, senza il preventivo permesso scritto dell' A:.P:.R:.M:.M:.